martedì 26 luglio 2011

19 Jul 2011. Strada (seconda parte).



Dove ero rimasto? Ah, si: Camp Range National Park, Exmouth, Western Australia.
Quel posto è un sogno. Dopo la giornata in spiaggia ad ammirare i coralli, le meduse e i pesci giganti della barriera corallina siamo rimasti stregati dallo spettacolare Thomas Carter Canyon per più di un'ora prima di riprendere il sentiero che ci ha riportati a Brumow (8km all'andata e al ritorno. A piedi). 

Thomas Carter Canyon.
Tourquise Bay.

Il 13 luglio abbiamo usufruito della cucina dell'ostello in cui Anne è stata a dormire quella notte. L'ennesima ottima pasta del Caroppo e un paio di birre hanno fatto della nostra serata un gioiello, condito dalla divertente presenza di Carl, ragazzo estone, 27 anni (portati malissimo), presto soprannominato Alberto Angela a causa del suo continuo asciugarci con storie riguardo i tre anni passati in Australia. La sera stessa abbiamo scroccato una dormita nell'ostello (molto carino tra l'altro) vista la ampia disponibilità di posti letto nella camera di Anne. Rimarreste stupiti di quanto si possa amare una dormita (gratis) in un letto vero dopo anche 6 soli giorni passati in tenda.
La mattina successiva ci siamo diretti a Coral Bay, posto che non ci siamo goduti al meglio causa lieve maltempo. Da li abbiamo fatto rotta verso Mokey mia, nella zona di Shark Bay, area penisulare piena zeppa di roba bellissima. Siamo riusciti a vedere gente del posto dare da mangiare ai delfini, visitato Shell Beach, e fatto sosta alla lighthouse vicina ai spettacolari Blowholes. 

Shell Beach.

The Lighthouse.

The Blowholes.

Il solo restare seduto 10 minuti sulla collina del faro a guardare lo sterminato bush australiano estendersi fino ad incontrare il cielo regala una pace che difficilmente ritroverò altrove.
Dalla penisola di Shark Bay ai dintorni di Carnarvon, il paesaggio muta decisamente. Da desertico-cespuglioso a flora di campagna. Uno strano incrocio tra la vegetazione salentina e il verde padano, seguiti da chilometri e chilometri di alberi e campi in stile "casa nella prateria", solo che oltre alle vacche ci sono anche struzzi e canguri (finalmente ne abbiamo visti un botto).
A un centinaio di chilometri dalla nostra destinazione abbiamo fatto l'ultima sosta per visitare la splendida piana delle Pinnacles, terreno sacro agli aborigeni, dove rocce appuntite si ergono su una vasta area pianeggiante creando un fantastico paesaggio di ombre che si allungano con l'avanzare del tramonto.

The Pinnacles

Un ultima sosta a pochi chilometri da Perth per goderci ancora una volta lo splendore della via lattea e delle costellazioni circostanti, una cena altrettanto gustosa grazie allo chef Caroppo, che ha reso questi 11 giorni di viaggio decisamente ancor piu piacevoli.
Nonostante non abbia dormito un granchè, l'arrivo a Perth il giorno successivo (ieri, 18 luglio) ha portato gioia alle nostre schiene, stanche di posizioni assurde nel van e dell'umidità incredibile delle tende.
Che altro dire? Un'altra parte di questo enorme viaggio che si conclude, per lasciare spazio a quella successiva, piena di nuovi posti, nuove persone, nuove figure di M, nuovi sughi da preparare, e via dicendo.
Ho ancora 5 mesi davanti per trovare il modo di farmene dare altri 12 da spendere qui.
Per il momento mi prendo una settimana di pausa da sbattimenti vari e gestisco con Kerop il discorso rimborso tasse.
Il resto verrà da sè, come succede ormai da 6 mesi e mezzo a questa parte.
Programmare le cose non serve qui, quello che serve è sapere cosa fare.
Più programmiamo le cose e più i piani cambiano, e più cambia tutto più ci accorgiamo di quanto il cambiamento che stiamo vivendo sia meglio di ciò che avevamo programmato.
Liberi e sereni. Ecco cosa siamo.

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