lunedì 3 gennaio 2011

26 Dec 2010. Accadono cose


A volte succede che è un paio di anni che hai in testa l’idea di fare un viaggio, di andare dall’altra parte del mondo, di vedere cosa trovi.
All’inizio è solo curiosità, poi il bisogno di fare questa esperienza inizia a sovrastare il resto, capisci che vuoi partire perché vuoi davvero partire, perché sai che ti servirà a qualcosa, perché sai che non vuoi scappare da nulla ma solo allargare gli orizzonti, vedere meglio, vivere meglio, crescere.
E allora ecco che io e Kerop atterriamo a Melbourne, in un Dicembre che ci aspettavamo fosse più afoso e meno ventilato, ma la realtà è che non ce ne frega un beneamato. Siamo in Australia cazzo!
Il programma è di stare qui 9 mesi, un anno, trovare posto dove vivere, un lavoro e nuovi amici, giusto per vedere se riusciamo a chiamare casa anche un paese così lontano, ma pur sempre bellissimo.
Al nostro arrivo incappiamo nella classica fase di ambientamento, però priva dei tipici effetti del jetleg a causa dei mille ritardi che i nostri voli hanno subito. Grazie Airasia.
I primi due giorni li passiamo cercando di sbrigare le faccende burocratiche necessarie alla nostra permanenza nel paese. Se fossimo stati a Milano probabilmente a quest’ora saremmo ancora in coda in qualche ufficio a chiedere informazioni. Invece siamo a Melbourne, paese nel quale, in poco più di un’ora e senza il minimo sbattimento, io e Kerop abbiamo ottenuto due Medicare card (assicurazione sanitaria) e aperto un conto bancario ciascuno. Usciti dall’ostello alle 10, alle 11:20 avevamo finito. Ed è pure la vigilia di Natale.
Risultato: stiamo in giro tutto il giorno, a fare foto, a vedere posti, a spaccarci i piedi tanta è la strada che facciamo. Tornati in ostello la cucina è già chiusa. Prendiamo una pizza in due in un ristorante nelle vicinanze e ci infiliamo a letto stanchi morti.

La mattina successiva, come i giorni precedenti, il Natale non si fa sentire più di tanto, se non fosse per i vari “Merry Christmas” che scambi con la gente in ostello o per strada. In giro non ci sono neanche le decorazioni che solitamente invadono le città in Italia. Di negozi aperti neanche l’ombra quindi cazzeggiamo un po’ in giro prima di trovare una rete Wifi a scrocco, davanti ad una biblioteca chiusa. Così il cazzeggio dalla strada lo spostiamo in rete per un oretta buona prima di tornare alla base.
In ostello conosciamo diversi scalmanati che ci fanno compagnia durante la cena e che senza batter ciglio ci invitano ad un Christmas Party. Sulla spiaggia. A Dicembre. A Natale. Abbiamo vinto.
Durante la festa riusciamo anche a beccare due ragazzi di Cremona, sono qui con lo stesso nostro visto lavorativo. Ci scambiamo i numeri e qualche dritta su posti, lavori in farm e quant’altro possa tornarci utile.
Il clima qui è di completa disponibilità, in ogni situazione. E’ una cosa stupenda.

Buon Natale

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